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Giorno della Memoria 2023, i fatti italiani e una lettura consigliata

In Italia, la Giornata della Memoria è celebrata il 27 gennaio di ogni anno per ricordare le vittime dell’Olocausto, ovvero le persone, principalmente ebrei, ma anche appartenenti ad altre minoranze, che furono uccise durante la Seconda Guerra Mondiale dal regime nazista e dai loro alleati. La data del 27 gennaio è stata scelta perché in quel giorno, nel 1945, le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, uno dei più noti e terribili luoghi di sterminio della Shoah.

La Giornata della Memoria viene celebrata in Italia con una serie di eventi e iniziative.

  • In molte scuole e università, vengono organizzate conferenze e incontri per parlare della storia dell’Olocausto e delle lezioni che possiamo trarne.
  • Nelle città e nei paesi vengono organizzate manifestazioni e cerimonie per commemorare le vittime dell’Olocausto.
  • Spesso vengono proiettati film e documentari sull’Olocausto per sensibilizzare la popolazione sull’importanza di non dimenticare questo triste capitolo della storia.
  • Alcune città italiane hanno monumenti, parchi e giardini dedicati alle vittime dell’Olocausto.
  • Viene fatto un minuto di silenzio in tutta Italia per ricordare le vittime dell’Olocausto.

L’obiettivo della Giornata della Memoria è quello di sensibilizzare la popolazione sull’importanza di non dimenticare il passato e di lavorare per costruire un futuro di pace e tolleranza.

La Shoah è il termine ebraico per indicare l’Olocausto, ovvero il genocidio del popolo ebraico compiuto dal regime nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Tra il 1941 e il 1945, i nazisti e i loro alleati uccisero circa sei milioni di ebrei, oltre a milioni di altre vittime, tra cui rom, omosessuali, disabili, oppositori politici e membri di altre minoranze.

Gli ebrei furono deportati in campi di concentramento e di sterminio, dove vennero sottoposti a condizioni inumane, lavori forzati e torture. Molti furono uccisi nelle camere a gas o nei forni crematori.

La Shoah rappresenta uno dei più grandi crimini contro l’umanità della storia, e il suo ricordo è importante per evitare che simili atrocità possano mai più verificarsi in futuro.

E’ opportuno ricordare che la Shoah è il termine ebraico per indicare l’Olocausto, ovvero il genocidio del popolo ebraico compiuto dal regime nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Tra il 1941 e il 1945, i nazisti e i loro alleati uccisero circa sei milioni di ebrei, oltre a milioni di altre vittime, tra cui rom, omosessuali, disabili, oppositori politici e membri di altre minoranze.

Gli ebrei furono deportati in campi di concentramento e di sterminio, dove vennero sottoposti a condizioni inumane, lavori forzati e torture. Molti furono uccisi nelle camere a gas o nei forni crematori.

La Shoah rappresenta uno dei più grandi crimini contro l’umanità della storia, e il suo ricordo è importante per evitare che simili atrocità possano mai più verificarsi in futuro.

Gli articoli 1 e 2 della legge 20 luglio 2000 n. 211 definiscono così le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria:
«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.»

Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia, sotto il governo fascista di Benito Mussolini, aderì all’Asse insieme a Germania e Giappone. Anche se l’Italia non fu il paese principale dove avvenne lo sterminio degli ebrei, ci furono comunque delle deportazioni di ebrei italiani e di ebrei stranieri presenti in Italia, oltre a deprecabili azioni da parte delle autorità, fra cui le famigerate ‘Leggi Razziali’.

Le leggi razziali fasciste furono un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi applicati in Italia fra il 1938 e il primo lustro degli anni quaranta, inizialmente dal regime fascista e poi dalla Repubblica Sociale Italiana, rivolti prevalentemente contro le persone ebree.

Il loro contenuto fu annunciato per la prima volta il 18 settembre 1938 a Trieste dal dittatore Benito Mussolini, da un palco posto davanti al Municipio in Piazza Unità d’Italia, in occasione di una sua visita alla città.

 La prima pagina del Corriere della Sera dell’11 novembre 1938, che annuncia l’approvazione delle leggi razziali da parte del Consiglio dei ministri

Furono abrogate coi regi decreti-legge n. 25 e 26 del 20 gennaio 1944, emanati durante il Regno del Sud, mentre nella Repubblica Sociale Italiana continuarono a essere applicate fino all’aprile 1945.

Dopo l’8 settembre 1943, con la caduta del fascismo e l’armistizio con gli Alleati, le truppe tedesche occuparono gran parte dell’Italia e iniziarono le deportazioni degli ebrei italiani e stranieri presenti nel paese. Circa 7.500 ebrei italiani e stranieri furono deportati nei campi di concentramento nazisti, dei quali solo poco più di 2.000 sopravvissero.

Inoltre, ci furono anche casi di razzismo e discriminazione da parte di alcuni membri del regime fascista nei confronti degli ebrei italiani prima e durante la guerra.

E’ importante sottolineare che ci furono anche casi di solidarietà e di aiuto da parte di molti italiani verso gli ebrei perseguitati, sia da parte della popolazione civile che da parte di alcune istituzioni e personalità.

Fino al 1º gennaio 2019[15], l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah Yad Vashem di Gerusalemme, riconosceva 27.362 persone come “Giusti tra le Nazioni”, cioè non ebrei che durante l’Olocausto si sono impegnati, a rischio della vita e senza nessun interesse economico, a soccorrere gli ebrei perseguitati.

Esiste anche una Giornata europea dei Giusti che, sull’esempio del riconoscimento dato da Yad Vashem ai non ebrei che salvarono gli ebrei durante la Shoah, ricorda le figure esemplari che si sono battute e si battono contro tutte le persecuzioni e in difesa dei diritti umani. Il 10 maggio 2012 il Parlamento europeo ha istituito, su proposta di Gariwo la foresta dei Giusti, la Giornata europea dei Giusti per il 6 marzo, anniversario della morte di Moshe Bejski, che per 25 anni è stato presidente della Commissione dei Giusti di Yad Vashem.

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Pagine 250
ISBN 9788894315622
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