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CulturesMag intervista Camilla Sabbatini, giovane violinista italiana

L’8 marzo è la Giornata Internazionale della Donna e CulturesMag ha voluto ricordare questa data importante, intervistando Camilla Sabbatini, giovane violinista di successo del panorama musicale classico italiano.

Camilla Sabbatini, ha 21 anni, vive a Milano da due anni e frequenta il Biennio di magistrale in violino al prestigioso Conservatorio G. Verdi di Milano. Frequenta l’Accademia di musica di Pinerolo. Laureata alla triennale al Conservatorio di Pesaro G. Rossini con il massimo dei voti a 19 anni, Camilla si è esibita al Senato della Repubblica Italiana e in importanti teatri in Italia e all’estero.
Nel 2021 è stata scelta come giovane italiana rappresentativa dell’Italia nel mondo, nell’ambito di una produzione video dedicata alla partecipazione dell’Italia all’Esposizione Universale di Dubai 2021. Lo Staff di produzione del video desidera ringraziarla per la sua disponibilità.
‘Camilla è fuori dall’ordinarietà del tempo e delle cose. L’ho ascoltata accordare il violino e l’ho vista distaccarsi e prendere il volo’, ha detto di lei lo scrittore Davide Amante, che ha partecipato alle riprese. Il video è stato realizzato per la parte introduttiva presso il laboratorio di liuteria di Stefano Bertolis.

CulturesMag incontra Camilla Sabbatini a Milano.

Che cosa ti ha spinto a fare la violinista?
Decisi di essere violinista all’età di 8 anni, una sera di Natale io e i miei genitori per caso entrammo in una chiesetta dove stavano suonando le quattro stagioni di Vivaldi, appena vidi il violinista solista capii che avrei voluto fare la stessa identica cosa, chiesi un violino per un anno, il Natale successivo me lo regalarono e iniziai a prendere le lezioni, fu il Natale più bello di sempre.

Come è nata la tua passione per la musica?
Ho sempre ascoltato la musica classica, il violino è stato parte di me fin da subito ma la vera passione è nata la prima volta che ho suonato insieme ad un’orchestra, nulla è più emozionante che essere circondati da così tanti strumenti che suonano insieme. Si crea un’energia meravigliosa.

C’è un’opera o un autore a cui ti senti particolarmente legata?
Sono molto legata alla sinfonia n.6 di P. I. Tchaikovsky, la prima volta in cui la suonai fu anche la prima volta in cui mi affidarono un ruolo di responsabilità, ero piccola, avevo 13 anni e dovevo gestire una fila di violinisti molto più grandi di me, imparai ad avere fiducia nelle mie capacità e a far valere le mie decisioni.

Ci sono delle esperienze più importanti che hanno segnato o influenzato il tuo percorso di studi?
Ho due esperienze che mi porterò sempre nel cuore, la prima è quando nel 2017 feci il primo concerto con l’ Orchestra Nazionale sinfonica dei Conservatori italiani presso il Senato della Repubblica Italiana in diretta Rai e la seconda è la partecipazione allo Skive Opera Festival in Danimarca nel 2018, esperienze che mi hanno fatto crescere e che mi hanno arricchito tantissimo.

Camilla Sabbatini

Secondo te fino a che punto gli insegnanti possono incidere sullo sviluppo di una violinista?
Gli insegnanti nella vita di uno studente sono importantissimi, ci cresci e crei un rapporto senza eguali, io devo tantissimo alla mia prima Professoressa di Conservatorio Giulia Benelli, mi ha fatto diventare ciò che sono oggi.

Puoi spiegarci, dal tuo punto di vista per quanta parte conta l’ispirazione e per quanta la tecnica nel tuo lavoro?
Credo che non possa esserci ispirazione, emozione senza una solida tecnica, l’una non può escludere l’altra.

Ci racconti il tuo percorso di studi e che cosa stai facendo oggi?
Attualmente sto per concludere il secondo anno di Magistrale in violino al Conservatorio G. Verdi di Milano nella classe del Professore Christian Anzinger e sto frequentando l’Accademia di Musica di Pinerolo, una tra le più rinomate istituzioni di alta formazione in Italia.
Nel 2019 all’età di 19 anni ho conseguito la laurea triennale a pieni voti al Conservatorio G. Rossini di Pesaro sotto la guida della Professoressa Giulia Benelli.

Quali sono le maggiori difficoltà nel tuo lavoro?
E’ un lavoro che richiede tanta dedizione e passione, la più grande difficoltà come studentessa e violinista sta nel cercare sempre nuovi obiettivi, non fermarsi mai e lavorare sodo per raggiungere la propria meta.

Esiste il concetto di ‘ricerca’ nel tuo lavoro, ed è importante?
Più che di ricerca descriverei il nostro lavoro come di crescita individuale, una maturazione di ciò che siamo e quindi di ciò che possiamo trasmettere attraverso la musica.

Esiste un rapporto con il proprio strumento musicale?
Lo strumento musicale durante gli anni diventa parte di te, è un oggetto prezioso, è il mezzo attraverso cui puoi esprimerti.
Noi violinisti siamo gelosi del nostro violino, non lo facciamo prendere in mano o toccare da chi non ne comprende appieno il valore, ci teniamo tantissimo.
La maggior parte di noi possiede strumenti antichi e oltre ad essere un enorme investimento per la nostra carriera musicale diventano compagni di viaggio nella vita di tutti i giorni.

Puoi spiegare ai lettori che cosa significa ‘studiare’ violino dal punto di vista dell’impegno personale e delle attività quotidiane?
Fin da piccola mi hanno insegnato che i musicisti sono come degli atleti, allenano i muscoli e per questo deve esserci costanza nello studio, è dura a volte, per questo serve tanta passione.
Le attività come studente sono varie e impegnative, si hanno tante materie come in ogni ambito, serve costanza e disciplina.

La parola soddisfazione, nel tuo lavoro, quando senti di poterla pronunciare?
Sento di poterla pronunciare quando attraverso un concerto trasmetto al pubblico delle emozioni.
La soddisfazione più grande per me è potermi voltare verso le persone e vederle estasiate e commosse dopo una mia esibizione. E’ in quei momenti che capisco per davvero l’importanza che ha la musica nella nostra vita.

Ci racconti i tuoi prossimi impegni?
Nei mesi prossimi finirò i pochi esami che mi rimangono e concluderò i miei studi, ho molte strade aperte per l’anno prossimo, sicuramente continuerò a specializzarmi sempre di più per poter intraprendere al meglio la mia carriera.

Come vedi il tuo futuro, dove stai puntando?
Mi vedo suonare in un’orchestra di professionisti e diventare direttrice artistica di qualche festival importante, sarebbe un mio grande sogno, non so ancora se il mio futuro mi porterà all’estero o se rimarrò qua nella mia tanto amata italia.

Ringraziamo Camilla Sabbatini e vi invitiamo a tornare presto su CulturesMag per il video sulla partecipazione dell’Italia a Expo Dubai 2021.