Interviste

Stefano Bertoli, a Milano un’eccellenza della liuteria italiana

Stefano Bertoli si occupa principalmente di costruzione di strumenti ad arco. Utilizza sia modelli propri sia ispirati ai grandi maestri della liuteria italiana. I suoi strumenti vengono prodotti e verniciati interamente a mano. www.stefanobertoliviolins.com

Stefano Bertoli è stato scelto da Expo Magazine come esempio dell’eccellenza produttiva italiana, insieme allo scrittore Davide Amante e la violinista Camilla Sabbatini, per il video introduttivo a Expo Dubai 2020 promosso da Duplomatic MS. Stefano Bertoli ha partecipato a uno dei momenti più emblematici e forti del video, soffiando via la polvere della lavorazione da uno dei suoi strumenti, svelandone la bellezza.
‘Stefano mi ha dato subito l’impressione di una persona autentica e completamente coinvolta dalla propria arte, la liuteria è un’arte raffinata e a vederlo lavorare il legno si trova l’incanto di quest’arte’ ha affermato Davide Amante. Stefano Bertoli ha inoltre messo a disposizione il suo raffinato laboratorio di liuteria per le riprese del video. Lo staff di produzione lo ringraziano per la disponibilità.
Guarda il video.

Quali strade ti hanno portato a diventare liutaio? Lo volevi già da piccolo o a un certo punto hai capito che avresti voluto farlo?
Be’, già da piccolo giocavo molto con il legno, era un materiale che mi affascinava perché aveva la vita dentro. Poi ho iniziato a suonare il contrabbasso e ho pensato che mi sarebbe piaciuto costruirne uno. Così ho lasciato l’università che avevo appena iniziato, ma non soddisfaceva il mio bisogno di “fare con le mani” e mi sono iscritto alla Civica Scuola di Liuteria di Milano.

Che cosa occorre più di tutto per diventare un buon liutaio?
Intanto bisogna essere pazienti: provare e riprovare, correggersi, non avere fretta. Poi è necessario essere umili, il liutaio è un artigiano, impara da altri e sa di dover ascoltare i maestri per potersi migliorare. Nei primi anni di studio è bene impostare le fasi della costruzione di uno strumento musicale come fosse un allenamento. Poi, dopo aver costruito alcuni strumenti, bisogna farsi molte domande e portare avanti il proprio progetto con l’obiettivo di migliorare suono e bellezza seguendo ciò che si è appreso e le tradizioni del proprio paese o città.

Stefano Bertoli nel suo laboratorio a Milano

Esiste l’ispirazione nel tuo lavoro?
Esistono le idee: a me vengono sempre idee per piccoli accorgimenti, decorazioni, esperimenti. Metà vanno buttate, ma fa niente. E’ il bello del mio lavoro.

In quale momento nasce lo strumento musicale?
Nel momento in cui uno lo “vede” dentro un’asse di legno. Poi non si riesce a smettere finché è finito.

Che cosa significa per te ‘fare ricerca’?
Gli strumenti vengono realizzati secondo misure standard ovviamente, ma il processo di ricerca nelle forme e nella qualità del suono è continuo ed è incrementato dallo scambio di esperienze nella community che si è creata in laboratorio e anche fuori dal laboratorio, attraverso relazioni di scambio con altri liutai. Proprio in questo stile di ricerca, ogni esperienza viene catalogata e registrata, per incrementare un archivio da cui trarre ispirazione in un processo di scambio e costante, come del resto è proprio del lavoro dell’artigiano, in particolare dell’artigiano italiano..

Come fai a stabilire la ‘sonorità’ di uno strumento che stai costruendo e a tirarne fuori il meglio?
Durante la costruzione si dedica un’attenzione speciale alla bombatura e agli spessori del legno, al fine di raggiungere la migliore sonorità e vibrazione della cassa armonica. E’ fondamentalmente una questione di esperienza e di scambio di esperienze.

Lavori in laboratorio o ti avvali anche di collaborazioni esterne?
In laboratorio dalla A alla Z: nel senso che preparo manualmente anche le vernici e i colori. Il mio laboratorio però è condiviso con altri giovani liutai e questo ci permette uno scambio, un confronto e una crescita professionale, oltre che maggiori investimenti in macchinari e utensili. 

Stefano Bertoli, liutaio, all’opera

Ti occupi anche di restauro? Se sì, che cosa significa restaurare uno strumento?
Ho collaborato a lungo con il maestro Carlo Chiesa con cui ho approfondito la conoscenza degli strumenti classici. Restaurare è una specie di sfida: riuscire a fare un lavoro delicato e preciso. Il principio ispiratore è mantenere la struttura e l’idea di costruzione dello strumento, quindi dove possibile si mantengono materiale, forma e potenzialità acustica, ove non è possibile si interviene affinché lo strumento sia riutilizzabile, con tecniche basate su principi di reversibilità. Insegno quest’arte nella scuola di Liuteria e spero di trasmettere anche ai miei alunni la soddisfazione che viene dal saper ridare vita ad uno strumento.

Ci racconti in che cosa consiste la fase di messa a punto? 
La messa a punto dello strumento ad arco è uno dei momenti più stimolanti e delicati del lavoro. La prima fase si fa in laboratorio: un’analisi precisa dello strumento che comprenda le sue misure, le potenzialità e gli interventi necessari. Ad essa segue la lavorazione e il posizionamento dell’anima, la scultura del ponticello fino ad arrivare alla scelta degli accessori e delle corde a seconda di quanto concordato con il cliente.
La seconda parte si porta avanti con una collaborazione tra il musicista e il liutaio. Entrambi ricercano le condizioni acustiche ottimali dello strumento tenendo conto delle esigenze dello strumentista.

La parola soddisfazione, nel tuo lavoro, quando senti di poterla pronunciare?

Per fortuna molto spesso, se no avrei chiuso da tempo! E’ il mio unico benefit! Guardare uno strumento finito è sempre una fonte di piacere.

Un liutaio deve saper suonare gli strumenti che costruisce?
L’importante è capire di cosa parlano i musicisti quando fanno delle richieste e sapere come venir incontro.

In quali strumenti sei più specializzato?
Strumenti ad arco, quindi violini, viole, violoncelli e contrabbassi. 

Hai un metodo specifico? Puoi raccontarci qualcosa?  
Utilizzo legni, abete ed acero, scelti personalmente. Tutta la lavorazione avviene a mano in laboratorio ed occupa la maggior parte del mio tempo. Nella ideazione seguo modelli dei maestri del ‘700, in particolare Stradivari e Guarneri del Gesù, e alcuni modelli propri, ispirati alle linee classiche. Anche la vernice ad olio, è prodotta in laboratorio con resina di ambra. E’ colorata con elementi naturali, macinati ed estratti sempre in laboratorio. 

Diversi strumenti spesso restituiscono suoni diversi, come riconoscere lo strumento giusto e il suo suono?
E’ un processo che coinvolge il musicista: è lui che può riconoscere quale strumento risponde alle sue esigenze acustiche e di maneggiabilità. E il liutaio deve venirgli incontro nel recupero e nella possibilità di prova di strumenti.

Quali strumenti costruirai nei prossimi anni? Come li vuoi?
Li voglio bellissimi! Voglio proseguire il progetto per cui ho vinto il premio della Fondazione Cologni: coniugare arte ed artigianato. La viola che ho appena finito con i legni acquistati grazie al premio ha una testina intagliata. Spero che venga suonata in un’occasione speciale, che celebri il ritorno alla musica. Ecco: voglio costruire strumenti con un’anima.

Dove possiamo trovarti?
Nel mio laboratorio a Milano in via Pellegrino Rossi 5 ma anche sul sito www.stefanobertoliviolins.com.

Stefano Bertoli

A proposito di Stefano Bertoli
Stefano Bertoli si occupa principalmente di costruzione di strumenti ad arco. Utilizza sia modelli propri sia ispirati ai grandi maestri della liuteria italiana. I suoi strumenti vengono prodotti e verniciati interamente a mano.

Effettua restauri e riparazioni e si dedica con particolare attenzione al set up e alla messa a punto degli strumenti. Si dedica alla sua professione con un impegno costante di ricerca, nello spirito del vero artigianato italiano.

Stefano Bertoli si diploma alla Scuola civica di Liuteria di Milano nel 2014 specializzandosi in costruzione e restauro di violini, viole e violoncelli. Dopo aver vinto il bando “Una Scuola, un Lavoro. Percorsi d’Eccellenza” della Fondazione Cologni, svolge il suo tirocinio presso la bottega meneghina del Maestro Carlo Chiesa con cui ancora oggi è in stretta collaborazione e da cui apprende in particolar modo la passione per la ricerca sui modelli classici degli strumenti ad arco e sullo stile di costruzione interamente artigianale.

Nel 2017 frequenta un corso di scultura su legno per la creazione di teste, tenuto dal Maestro Enrico Allorto. Partecipa al Concorso Triennale di Cremona 2018, nello stesso anno viene chiamato dalla scuola civica di Milano per una collaborazione nella materia di restauro. Nel 2020 inizia anche l’insegnamento di costruzione presso la Scuola di Liuteria di Torino.

Nel 2020 vince la terza edizione di “Artigiano del Cuore”, concorso indetto da Wellmade e sostenuto da Fondazione Cologni.

Ha molte altre passioni, oltre la liuteria: suonare il contrabbasso in un gruppo scalcinato, lavorare il legno e… frequentarlo in montagna, fra i boschi, dove va appena può.