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Gilded Darkness alla Fondazione Nicola Trussardi

Gilded Darkness
a cura di Massimiliano Gioni


Dal 12 settembre al 16 ottobre 2022 la Fondazione Nicola Trussardi presenta un nuovo progetto realizzato appositamente per la città di Milano: Gilded Darkness [L’oscurità dorata] dell’artista americano Nari Ward (St. Andrew, Giamaica, 1963; vive e lavora a New York). Negli spazi esterni e interni del Centro Balneare Romano, in zona Città Studi, Nari Ward porterà opere inedite, realizzate per l’occasione, accanto a celebri sculture, installazioni e interventi ambientali.

La mostra Gilded Darkness [L’oscurità dorata] dell’artista americano Nari Ward (St. Andrew, Giamaica, 1963; vive e lavora a New York) è un nuovo progetto della Fondazione Nicola Trussardirealizzato appositamente per la città di Milano. Installata negli spazi interni ed esterni del Centro Balneare Romano la mostra presenta opere inedite, create per l’occasione, accanto a celebri sculture, installazioni e interventi ambientali dell’artista Nari Ward.

La mostra fa parte di una serie di importanti progetti espositivi realizzati dalla Fondazione Nicola Trussardi, sotto la presidenza di Beatrice Trussardi e con la direzione artistica di Massimiliano Gioni. La Fondazione Nicola Trussardi è un’istituzione no profit privata, che, come un museo mobile, riscopre luoghi dimenticati e spazi simbolici della città di Milano, invitando gli artisti più importanti del panorama internazionale a reinventare la città, immaginando nuovi usi per palazzi, piazze, chiese, monumenti e altri edifici emblematici di Milano. Dal 2003 la Fondazione Nicola Trussardi ha prodotto opere d’arte pubblica, mostre temporanee, incursioni, performance e interventi pop-up di celebri artisti internazionali tra cui Pawel Althamer, Allora & Calzadilla, Maurizio Cattelan, Martin Creed, Tacita Dean, Jeremy Deller, Elmgreen and Dragset, Urs Fischer, Fischli e Weiss, Gelitin, Ragnar Kjartansson, Sarah Lucas, Ibrahim Mahama, Paul McCarthy, Paola Pivi, Pipilotti Rist, Anri Sala, Tino Sehgal e Stan VanDerBeek, oltre a presentare grandi mostre a tema a Palazzo Reale e alla Triennale.

Noto per le sue sculture e installazioni assemblate con materiali di recupero, dall’inizio degli anni Novanta Nari Ward ha contribuito a trasformare l’arte e la cultura contemporanea in esperienze globali e polifoniche. Le sue opere sono conservate nei musei e nelle istituzioni americane più prestigiose e l’artista ha partecipato a innumerevoli rassegne di arte internazionali, tra cui la Biennale di Venezia, la Biennale del Whitney e Documenta.

Di origini giamaicane, Ward è immigrato con la famiglia a New York in giovane età, e dopo aver studiato arte all’Hunter College e al Brooklyn College si è stabilito ad Harlem, quartiere prevalentemente afroamericano di Manhattan. Colpito dal proliferare di oggetti abbandonati nelle strade di Harlem, Ward ha cominciato a collezionare materiali dal forte valore simbolico. Dalla manipolazione di questi oggetti – passeggini, carrelli della spesa, ombrelli, lacci per le scarpe e altri rifiuti urbani – sono nate installazioni monumentali che hanno trasformato il linguaggio della scultura contemporanea, introducendo esperienze teatrali e immersive diventate poi un aspetto tipico dell’arte di questo nuovo secolo. Nelle sue opere Ward ricontestualizza i materiali di scarto creando articolate macchine sceniche che richiamano l’attenzione dello spettatore sulle cicatrici degli oggetti, portando in primo piano questioni sociali e politiche centrali nel nostro tempo, dal razzismo alle crescenti diseguaglianze sociali, dalla povertà alla cultura del consumo, dalle migrazioni all’emarginazione, fino all’identità.

Ad aprire il progetto per il Centro Balneare Romano sarà una delle sue opere più note, Amazing Grace (1993), prodotta durante la sua residenza allo Studio Museum di Harlem e poi presentata in numerose altre occasioni negli Stati Uniti e in Europa. Per questa grande installazione, Ward ha raccolto più di 300 passeggini abbandonati che ha disposto in forma di scafo di nave. L’allestimento è accompagnato dalla voce della cantante gospel e attivista per i diritti degli afroamericani Mahalia Jackson, che intona Amazing Grace, brano la cui storia complessa si intreccia sia alle vicende dell’abolizionismo sia a quella del movimento per i diritti civili e alle dimostrazioni pacifiste degli anni Sessanta. La colonna sonora amplifica il tono elegiaco dell’installazione: i passeggini vuoti evocano le vite dei bambini che un tempo li hanno occupati ma anche quelle dei senzatetto che se ne sono appropriati per trasportarvi i loro averi. La forma dell’installazione ricorda le navi che hanno attraversato l’Atlantico portando in America uomini e donne in catene, e commemora storie di migrazioni ed esilio tristemente sempre attuali, anche in Italia. Negli anni Novanta l’opera è stata letta anche come un tributo alle vittime della pandemia dell’AIDS e il suo aspetto precario richiama gli innumerevoli altari di strada che onorano le vittime di omicidi di afroamericani da parte della polizia.

Installata negli spazi raramente accessibili dei vecchi spogliatoi della Piscina Romano, l’opera si carica anche di altri significati: è un anti-monumento che ricorda le immagini recenti dei passeggini lasciati nelle stazioni al confine con l’Ucraina per accogliere i profughi in fuga dal conflitto ma è anche un grande abbraccio che avvolge gli spettatori in un’atmosfera malinconica e struggente, nella quale sembra di avvertire le tracce e le memorie delle molte vite che per decenni hanno attraversato gli spazi dell’edificio ormai abbandonato.

Accanto ad Amazing Grace, Nari Ward presenta altre opere che mettono al centro molti temi che animano la sua ricerca: il dialogo tra culture, l’arte come spazio di incontro e scambio, il formarsi dell’identità al confine tra linguaggi e tradizioni diverse e, in particolare, una riflessione sulla funzione dei monumenti in un momento segnato dalla continua revisione della storia e dai numerosi crolli e le ripetute crisi che hanno definito questi ultimi anni.

Negli spazi della vecchia biglietteria l’installazione Stroller Sprouts (2013) è un altro fragile monumento che assomiglia a un altare di strada e, più esplicitamente, richiama la tradizione degli “alberi di bottiglie”, usanza diffusa negli Stati Uniti del Sud e nei Caraibi, secondo la quale gli spiriti maligni possono essere intrappolati in bottiglie di vetro vuote.

Il video Sweater (2011) è un autoritratto che suggerisce anche una riflessione sul ruolo dell’artista, scisso tra lavoro concettuale e sforzo fisico. Le gocce di sudore che scorrono – simili a lacrime – sulla fronte dell’artista alludono sia alla fatica sia al calore, concetti che si caricano di significati molteplici, soprattutto se letti nel contesto della cultura caraibica e afroamericana, con gli inevitabili riferimenti alla storia della schiavitù e agli innumerevoli lutti che ancora colpiscono le comunità di colore.

La mostra Gilded Darkness continua negli spazi esterni del Centro Balneare Romano, occupandoli con tracce fisiche e immateriali. Progettato dall’architetto Luigi Secchi – autore anche della famosa piscina Cozzi, sempre a Milano – e inaugurato nel 1929, il Centro conserva intatta l’imponente impronta architettonica dell’epoca, che ha nella vasca rettangolare di 4000 metri quadrati il suo elemento centrale.

La storia del Centro Balneare Romano – edificato durante il fascismo e dedicato alla memoria del giovane campione olimpionico Guido Romano morto al fronte durante la Prima Guerra Mondiale – racconta di ideali di vittoria e grandezza, di guerre e atletismo, di nazionalismo e imperialismo: concetti ai quali Ward risponde con i suoi monumenti precari e con oggetti che incarnano storie di piccoli eroismi quotidiani, episodi di gioia collettiva ma anche immagini di sconfitte e cadute dei miti trionfali che avevano informato il Novecento.

Al centro dell’esposizione si trova una serie di nuove produzioni, commissionate dalla Fondazione Nicola Trussardi. Nel piccolo parco che collega gli spazi dei vecchi spogliatoi e la piscina, Ward installa un carretto ispirato ai venditori ambulanti delle strade di Harlem. Invece di vendere gelati o succhi di frutta, il carretto di Ward – intitolato Radiant Smiles (2022) – raccoglie e vende sorrisi. Gli spettatori sono invitati a sorridere all’interno di scatolette di latta che possono essere acquistate dai passanti. Le scatolette sono ispirate a quelle della celebre Merda d’artista dell’artista Piero Manzoni che, negli anni Sessanta, a Milano inscatolava feci per comporre uno dei più caustici commenti sulla nascente società dei consumi del dopoguerra.

L’opera al contempo più maestosa e fragile è Emergence Pool (2022), un intervento sulla piscina – grande quasi come un campo da calcio – che viene trasformata in una gigantesca distesa dorata: una grande zattera precaria, composta da migliaia di coperte termiche galleggianti, Emergence Poolè un altro monumento instabile che ricorda i caduti dell’immigrazione naufragati nel Mediterraneo e, al contempo, inscena quel drammatico contrasto tra luce e opacità – tra oro e materiali poveri – che è un elemento ricorrente nell’opera di Nari Ward, come ricorda il titolo della mostra.

Poco lontano un assemblage di bandiere bianche (Backstroke Flag, 2022) issato su una gru evoca immagini di nazionalismo, violenza, resa e sconfitta, mentre dagli altoparlanti di Battleground Beacon (2021) – una torretta utilizzata dalla polizia statunitense per sorvegliare i quartieri a prevalenza afroamericana, che Ward ha trasformato in uno strumento musicale – si diffondono suoni e composizioni musicali realizzate in collaborazione con vari gruppi e individui che vivono a Milano. Questi paesaggi sonori raccolti dall’artista in collaborazione con varie associazioni di volontariato per l’accoglienza dei migranti raccontano una città ricca di molteplici culture e linguaggi, nella quale si intreccia un fitto tessuto sonoro che mescola musiche dalla Siria, voci dalla Cina, composizioni rap dall’Algeria, inni dall’Ucraina, fiabe arabe e conversazioni in spagnolo.

Le opere negli spazi degli spogliatoi e le installazioni collocate nel parco e accanto alla piscina del Centro Balneare Romano immaginano una città come un grande cantiere a cielo aperto, dove monumenti, valori e ideali sono in uno stato di continua transizione e movimento, in un equilibrio precario ma perfetto: una condizione di costante nomadismo e trasformazione che per Nari Ward sono fondamentali per la costruzione di una nuova identità globale e gioiosamente polifonica.