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Disforia, il romanzo di Valentina Belgrado presentato da CulturesMag

Presentiamo Disforia, il romanzo di Valentina Belgrado terzo classificato nel concorso letterario Mediolanum – Un Certain Regard.

Lei è una ragazza come le altre, ma non ha le mestruazioni né un accenno di seno. Si chiama Manfredi. Nel tentativo di risalire alle cause della propria disforia di genere, Manfredi, 25 anni, recupera gli anni della sua giovinezza, adolescenza e infanzia osservando a ritroso lo sviluppo del suo involucro sessuale come in una sorta di autoinchiesta sul proprio concepimento biologico, quando, involucro dentro un altro involucro, la nascita sembra imporre a ogni vita un cammino già orientato.

CulturesMag incontra la scrittrice Valentina Belgrado.
Che cosa ha ispirato questo romanzo e c’è dietro un’esperienza personale?
Sono molto attirata dalla tematica del «doppio», tradizionalmente presente sia in àmbito letterario, anche teatrale (dai tempi di Plauto), che in psicologia. Tutti i romanzi che ho scritto fino a ora la sviluppano incanalandola su schemi comportamentali differenti, e la fluidità di genere è uno di questi. Non c’è dietro alcuna esperienza personale. 

Per quale motivo lei crede che il suo romanzo abbia vinto le prime classifiche, che cosa pensa sia piaciuto ai lettori?
Probabilmente, perché è un argomento di cui si parla abbastanza e anche perché, trattandosi di un premio internazionale, Disforia contiene molti riferimenti, soprattutto musicali, agli Stati Uniti d’America (con una parte preponderante che riguarda la sommossa del Michigan del 1967) e al Regno Unito.

Che cosa porta a diventare scrittori?
Soltanto un’esigenza interiore: non credo nelle scuole di scrittura.

Valentina Belgrado

Quanto tempo occorre per scrivere un libro?
I miei sono tutti romanzi brevi (in alcuni casi, brevissimi). 
Impiego circa un anno per documentarmi sull’argomento che intendo trattare, un mese e mezzo per scriverli, con una certa regolarità giornaliera, e un paio di mesi per revisionarli insieme all’editore.

Uno scrittore ha uno sguardo particolare sulle cose e sulle vicende?
Direi di sì, anche se non potrei affermarlo con assoluta certezza. 
Per quanto mi riguarda, osservo con particolare attenzione i rapporti interpersonali, soprattutto familiari, con cui entro in contatto, le espressioni del volto e, naturalmente, gli ambienti.

Vorrebbe darci una definizione di opera letteraria, letteratura?
Un passatempo solitario che ambisce alla condivisione.

Vuole parlarci del suo linguaggio, del suo stile?
Come ho già detto, scrivo romanzi brevi, che si esauriscono nel giro di poche decine di pagine. Per questa ragione, i miei testi devono per forza essere il più possibile incisivi e contenere pochi “allungamenti di brodo”. Ciononostante, non rifuggo per niente dal dettaglio: anzi, a volte, attribuisco maggior rilievo a quello piuttosto che al resto, invertendo le priorità narrative. Il risultato, mi dicono, è quasi sempre una scrittura stilisticamente complessa ma, fortunatamente, rapida e non soporifera.

Questo romanzo nasce da una esigenza particolare?
No, se si esclude l’interesse per le duplicità umane, cui ho accennato prima.
Le definizioni («non-binary», «genderfluid», «intersessuale» etc.), invece, mi interessano meno. Mi è sufficiente sapere di scrivere nella correttezza dei contenuti, ma non sono portavoce di alcuna ideologia. So che la stessa parola del titolo (Disforia) non è sempre ben accolta dalla comunità LGBTQ+. Posso arrivare a comprenderlo, ma il romanzo di questotratta, e il personaggio di Manfredi/Frida questo vive.

Vuole spiegarci in due parole il romanzo che ha vinto le prime tre posizioni nella nostra classifica, segnalato dai lettori?
Manfredi si percepisce Frida fin dalla nascita, e ciò produce implicazioni importanti sulla sua esistenza e su quella di chi gli/le gravita attorno. La narrazione si svolge tutta in prima persona.
Un po’ più di due parole, ehm.

Da dove trae ispirazione per i suoi romanzi?
Dipende. A volte da casi, avvenimenti o persone in cui mi sono imbattuta; altre volte, si tratta di interessi personali che approfondisco con l’intenzione di scriverne, perché li ritengo stimolanti. Disforia rientra in questa seconda categoria.

Disforia, il romanzo di Valentina Belgrado

Come scrive un romanzo, di getto oppure lo prepara a poco a poco?
Dopo l’intenzione di trattare un argomento, c’è lo studio (contesto storico e ambientale, produzioni musicali e letterarie del periodo in cui si svolge la narrazione), che prosegue anche nel corso della stesura. Subito prima, invece, tendo a leggere (o a recuperare) romanzi che possano aver trattato una tematica simile da un punto di vista originale. Per esempio, nel caso di Disforia, ho letto Middlesex di Jeffrey Eugenides, che considero un assoluto capolavoro e a cui mi rifaccio esplicitamente, a partire dall’epigrafe e dalla struttura “a ritroso” della narrazione. Quindi, no: non posso dire di scrivere di getto, anche se l’ispirazione gioca un ruolo importante.

Ci vuole raccontare chi è lei e un poco della sua vita?
Sono una quarantasettenne fiorentina, trapiantata (per scelta e necessità) in un paese dei Castelli Romani, a sud-est della Capitale. Mi sono laureata nella mia città d’origine in Letteratura Teatrale Italiana e ho collaborato, per qualche tempo, con alcune case editrici fiorentine come correttrice di bozze e, con un’agenzia letteraria di Roma, come valutatrice di manoscritti. Nel frattempo, ho continuato a coltivare in autonomia (e segretezza) l’interesse per la regia cinematografica, senza mai intraprendere studi specifici in quell’area. Ho un marito geofisico e un figlio quattordicenne, che già dimostra spiccate attitudini scientifiche e col quale mi scontro di continuo nel tentativo di fargli assorbire l’importanza della radice etimologica delle parole!

Quale la difficoltà più grande che ha incontrato come scrittore?
Farmi leggere e prendere in considerazione da un editore free (non a pagamento), senza intermediazioni di sorta. Ho avuto, però, la fortuna di trovarne ben due: Nulla Die di Piazza Armerina, con cui ho pubblicato tre romanzi, un racconto e una raccolta di poesie, e Ensemble di Roma, che è l’editore di Disforia e di un altro mio racconto, che si intitola Hydroslide.

Le prossime opere, cosa può anticiparci?
Sono quasi sicura che il prossimo dualismo che tratterò sarà la dicotomia antagonista per eccellenza: vita/morte.


A proposito di Valentina Belgrado
Nata a Firenze nel 1975, Valentina Belgrado vive ai Castelli Romani con il marito e il figlio. 
Ha pubblicato poesie e racconti su riviste e antologie, recensioni a libri e film su riviste, i romanzi Ius (eBook ©2017 Amazon Formato Kindle), Eloheinu (Nulla Die, 2018), Il gioco interrotto (Nulla Die, 2019), Reborn (Nulla Die, 2019) e Disforia (Ensemble, 2020), e la raccolta di poesie Roquefort (Nulla Die, 2021).
Ha pubblicato con Ensemble – Casa editrice indipendente (edizioniensemble.it) e la Casa editrice Nulla Die.