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L’ULTIMA MACCHINA DEL RE

UN LIBRO RACCONTA LA PARABOLA DELLA FIAT 2.8 DI CASA SAVOIA.

Il volume di Marco Linari, tradotto anche in lingua inglese, ripercorre l’inedita vicenda dell’auto voluta da Vittorio Emanuele III e poi passata al servizio dei primi quattro presidenti della Repubblica. Dimenticata in un deposito romano della Fiat, fu scovata dalla famiglia Bacelliere di Varese. Il principe Emanuele Filiberto di Savoia: «Tra quelle portiere è passata la storia». Gabriele Albertini, già sindaco di Milano: «Una perla che ha attraversato il Paese»

Sui sedili della Fiat Torpedo 2.8 immatricolata nel 1939 su volere di Vittorio Emanuele III si sono seduti sovrani e principesse, dittatori e pontefici, ministri e presidenti. Proprio il monarca le diede il nome di Alcinoo, come uno dei suoi più bei cavalli.

Da Benito Mussolini ad Adolf Hitler, da Umberto II ai reali di Grecia, da Enrico De Nicola a Luigi Einaudi, da Evita Peron a Harry Truman, poi ancora Giovanni Gronchi, Antonio Segni e Charles De Gaulle, solo per citarne alcuni: è infinita la carrellata di personalità che Alcinoo ha accolto sui propri sedili, ascoltando trattative e inconfessabili segreti.

Ora questa macchina dal valore storico inestimabile si è fermata a Bodio Lomnago, sul Lago di Varese, dove la famiglia Bacelliere – che da sempre si occupa di motori – le sta dando nuova vita, cercando di farne conoscere lo straordinario passato.

Una storia incredibile che viene svelata per la prima volta nel libro “L’ultima macchina del Re”, realizzato dal giornalista e scrittore Marco Linari per Linea Grafica e appena uscito su Amazon. Una vera e propria chicca per tutti gli appassionati di auto d’epoca e di storia d’Italia, oltretutto disponibile anche in lingua inglese, nella versione “The King’s last car”.

Un volume che ripercorre fra ricordi e immagini il lungo viaggio che il gioiello creato per Casa Savoia ha compiuto per anni, svolgendo il ruolo di ammiraglia di alta rappresentanza sia sotto la Monarchia che con l’avvento della Repubblica, restando in servizio sino al 1962. Il tutto prima di essere dimenticata nel deposito della Fiat di Roma, dove Raffaele Bacelliere la scovò nel 1970, dandole nuova vita, ora con il traino del figlio Gabriele Bacelliere.

La vettura, che entrò in servizio per la visita in Italia di Hitler del maggio 1938 (ancora senza targa, tant’è che l’immatricolazione sarebbe avvenuta solo l’anno successivo) fu anche al centro della fuga del Re verso Brindisi dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943. Dopo il referendum, Alcinoo rappresentò il mezzo con cui il presidente De Nicola sfilò per le strade di Roma il 2 giugno 1947, prima Festa della Repubblica Italiana.

A realizzare la prefazione è stato il principe Emanuele Filiberto di Savoia, che ha anche vissuto l’emozione di viaggiare sulla macchina che fu del bisnonno. «Il racconto che Marco Linari raccoglie in questo volume è sorprendente», scrive. «È possibile ripercorrere la storia d’Italia attraverso un veicolo a quattro ruote? In questo caso sembra proprio di sì».

Gabriele Albertini, già sindaco di Milano, europarlamentare e senatore, da sempre appassionato di storia monarchica, ha invece curato l’introduzione. Lo ha fatto descrivendo la Torpedo come «una perla unica, non solo per il suo indubbio valore estetico, ma anche per il peso storico che quella vettura ha avuto, attraversando una fase cruciale della nostra Italia, viaggiando fra Monarchia e Repubblica con a bordo i grandi della terra».

Per Gabriele Bacelliere si realizza il desiderio di rendere omaggio al ricordo di papà Raffaele, ridando luce a questo mezzo così speciale, oggi utilizzato in alcune prestigiose cerimonie ed esposto al Museo Onda Rossa di Caronno Pertusella: «La storia di Alcinoo è un po’ anche quella della nostra famiglia perché ci lega alla passione per i mezzi d’epoca e all’emozione di fare impresa con i motori, rendendoci orgogliosi di conservare un pezzo di storia d’Italia». A settembre del 2024, la Torpedo ha guidato la carovana per il centenario dell’A8 Milano-Varese, l’autostrada più antica del mondo.

Da parte dell’autore Marco Linari tanta soddisfazione e una dedica: «Raccontare questa vicenda è stato coinvolgente e suggestivo, perché è come attraversare la parabola vissuta dalla nostra Italia in un modo irripetibile e sorprendente».

“L’ultima macchina del Re” (Linea Grafica edizioni); pagine: 178; prezzo:16 euro

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